Quanto bisognerebbe essere grassi per risultare a prova di proiettile? Ovvero, quanto dev'essere spesso lo stato superficiale di grasso affinché questo sia in grado di salvare una persona da un colpo di pistola e di evitare la lesione degli organi vitali?
Il danno provocato da una pallottola si misura secondo due parametri: la profondità di penetrazione e la quantità di tessuto danneggiato per centimetro di penetrazione. Questi due parametri di solito sono studiati sparando su dei blocchi di gel le cui proprietà fisiche, come la densità e la viscosità, sono analoghe a quelle del corpo umano; i proiettili della polizia hanno un diametro di 9 millimetri e un'energia iniziale di 500 joule e sparati a una distanza di 5 metri penetrano in questi blocchi per una trentina di centimetri.
Per stimare il peso di uno strato di grasso a prova di proiettile, occorre partire dalla superficie della persona "sotto tiro". La superficie di un corpo è pari alla radice quadrata del prodotto della sua altezza per il suo peso , il tutto diviso per 60, secondo la formula di Mosteller. Un uomo di 175 centimetri e di 75 chili ha dunque una superficie di 1,91 metri quadrati. Per coprire una superficie di 1,91 metri quadrati con uno strato di 30 centimetri di grasso, con una densità di un grammo per centimetro cubo, servirebbero come minimo 573 chili. Ai quali devono essere aggiunti i 75 chili del corpo. Il risultato è che per essere a prova di proiettile bisognerebbe pesare, suppergiù, 650 chili.
C'è sbornia e sbornia
Ho recentemente raccolto un volantino pubblicato dalla Health Scotland dove si dice che più scuro è il colore di una bevanda alcolica, più gravi sono i postumi di una sbronza. Le conseguenze di una bevuta di whisky, vino rosso o brandy, insomma, sarebbero più pesanti di una bevuta di vino bianco o vodka. E questo perchè le bevande scure conterrebbero sostanze chiamate congeneri. Ho provato a verificare e devo dire che le cose sembrano andare proprio così. Che cosa sono, allora, i congeneri e perchè hanno quest'effetto?
Tante persone consumano alcolici per il loro contenuto di etanolo. Molte di queste bevande, tuttavia, contengono anche una certa quantità di sostanze biologicamente attive chiamate congeneri. Tra i congeneri ci sono molecole organiche complesse, come i polifenoli, alcol come il metanolo, e l'istamina. Tali composti vengono prodotti insieme all'etanolo durante i processi di fermentazione o di invecchiamento della bevanda.
I congeneri sono ritenuti tra i responsabili degli effetti inebrianti delle bevande alcoliche e delle conseguenze di una sbornia: è stato dimostrato che chi beve alcolici a base di etanolo puro come la vodka, ha effetti più lievi di chi beve alcolici più scuri come il brandy, il whisky e il vino rosso, che hanno un più alto contenuto di congeneri.
Il principale responsabile dei postumi di una sbornia è il metanolo. L'organismo umano metabolizza il metanolo in modo simile all'etanolo, ma il prodotto finale è differente. L'etanolo genera l'aldeide acetica. Il primo prodotto della degradazione del metanolo, invece, è la formaldeide, che è più tossica dell'aldeide acetica e, in alte concentrazioni, può portare alla cecità o alla morte. L'etanolo inibisce il metabolismo del metanolo, il che può spiegare il motivo per cui bere un bicchierino di liquore il giorno successivo a una sbornia può alleviarne i sintomi.
Gli studiosi hanno dimostrato che le conseguenze più pesanti di una bevuta sono attribuibili al brandy poi, in ordine decrescente, vengono il vino rosso, il rum, il whisky, il vino bianco, il gin, la vodka e l'etanolo puro.
L'impulso ad interrogarsi sulla realtà che ci circonda e il desiderio di sondare l'ignoto sono alla base del metodo scientifico. Ma cosa succede quando le domande o le curiosità sono decisamente insolite o assolutamente spiazzanti? Questo libro risponde ad alcuni dei quesiti più intriganti, delle questioni più bizzarre e dei casi più stupefacenti.
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